La Strada, Evento X #2

Se si può leggere -pura retorica- The Road come un romanzo post-apocalittico, una testimonianza degli ultimi giorni dell’Uomo, allora si può indagare nel testo su cosa ha causato l’apocalisse. Il romanzo è pieno di tracce, attente, compiute, distinte in fasi e momenti. Flashback lungo la strada illuminano la progressione degli eventi prima che i protagonisti si mettano in cammino, verso sud, il mare, un qualche bonus termico.

Un uomo viene svegliato da lievi concussioni, è notte ma ci sono delle luci che non conosce ma di cui intuisce qualcosa. La corrente elettrica è saltata e sappiamo che non ritornerà e lo sa immediatamente anche il protagonista. Un uomo viene svegliato nel cuore della notte, il mondo è cambiato. La frequenza delle luci alla finestra devono comunicare qualcosa a un livello istintivo che diventa immediatamente operativo. Da quello che ha visto fuori il protagonista sa che dopo i rumori, le luci, deve riempire la vasca da bagno. Sono poche ore prima che, dopo la corrente elettrica, anche la pressione dell’acqua svanirà. Una donna, incinta, lo segue.

Un evento a bassa probabilità / alto danno. Non sono molti gli eventi che potrebbero causare il tipo di danni alla biosfera mostrati nel romanzo. Sono segni evidenti di un tipo di danno particolare, di una qualità che noi, come specie non abbiamo mai visto: civilization killer, rischio catastrofico globale livello hellish, calamità ultragenerazionale, il Grande Filtro. Non abbiamo assistito, come specie, a un’estinzione di massa da Evento X ma possiamo cercare nella letteratura scientifica e non lo scenario di riferimento, uno che possiamo riassumere usando le parole di Herman Kahn: will the survivors envy the dead (?).

Cosa può essere successo nel giorno Y all’1:16.

Guerra termonucleare globale tra Russia e Stati Uniti

Secondo Joseph Cirincione in Global Catastrophic risk (Oxford University Press, 2011) ci sono circa 26.000 armi nucleari nel 2007 mentre McCarthy finisce di scrivere The Road, quasi il 70 % in meno che in sceneggiatura e film come Threads e The Day after. Lo scenario è quello della Terza guerra mondiale con scambio nucleare non limitato in fasi ma completo. Attacco alle infrastrutture, a depositi di armi nucleari e dispositivi di lancio, basi navali e militari, raffinerie a cui segue un secondo scambio sui grandi centri urbani con capacità industriale. Meno della metà di queste armi nucleari sono necessarie per causare un inverno nucleare della durata di dieci anni almeno. Lo stronzio-90 risultante dalle esplosioni causerebbe cancro alle ossa e leucemia tali da rendere impossibile la sopravvivenza della generazione colpita. Persino Herman Kahn afferma “I repeat, one cannot rely on surviving unless one has made preparations”. La distruzione di questo scenario è tale che l’inverno nucleare seguente, con temperature nelle aree continentali interne in estate anche di -30 gradi, il livello di distruzione delle città, la radioattività rende improbabile la sopravvivenza dei protagonisti. In The Road il freddo aumenta con il passare degli anni e dei mesi, non c’è traccia nel testo di crateri, zone non attraversabili per la radioattività, la gravidanza della madre procede senza intoppi. Per i personaggi del romanzo non c’è spiegazione, nessuna tensione pre-bellica. Sono presi di sorpresa nonostante la prontezza da survivalista del protagonista maschile. Potrebbe essere uno “splendid first strike”, uno scenario in cui a sorpresa e senza la capacità di rispondere in maniera significativa, gli Stati uniti subiscono un attacco nucleare devastante. Anche qui però la radioattività, dalla quantità di megatoni necessari a causare la morte della biosfera e schermare il cielo, sarebbe letale. Non è l’Evento X di The Road. McCarthy è un uomo cresciuto nella Guerra fredda e nei suoi incubi estinzionisti, quando scrive il rischio di una guerra nucleare globale è pari a zero quasi anche se il Doomsday Clock segnava le 23 e 55 (al 23 gennaio 2020 l’orologio dell’Apocalisse segna 100 secondi all’olocausto nucleare). Allo stesso tempo McCarthy sembra descrivere un black out causato da un EMP, un impulso elettromagnetico causato da un’esplosione nucleare ad alta quota, abbastanza potente da causare danni irreparabili ai trasformatori. Eppure…

Guerra nucleare limitata

Alcune centinaia di megatoni in una guerra regionale o tra superpotenze. Armi nucleari esplodono su alcune città popolose dell’India o del Medio Oriente, raffinerie vengono colpite causando incendi della durata di anni impossibili da spegnere (se non forse proprio con altre armi nucleari). La quantità di cenere e polvere è sufficiente a creare una schermatura atmosferica abbastanza ampia da causare una Little ice age paragonabile a quella del 1815, causata dall’eruzione del Tambora. La carestia è inevitabile e tra un 10 e il 20 per cento della resa agricola viene perso. Servono alcuni anni per tornare alla normalità, almeno nelle aree non colpite dalle armi nucleari. Non è uno scenario sufficiente quindi a causare la distruzione descritta dal romanzo ma è quello a più alta probabilità di accadere. Un crollo della resa agricola su un pianeta con l’attuale popolazione sarebbe devastante anche nel ricco Occidente. Non distruggerebbe la civiltà ma causerebbe un’allargamento della linea dei failed state, con tutti i rischi di escalation che ne seguirebbero.

One billion year Solar Storm

Non c’è alcuna traccia geologica di un evento X del genere, è un Cigno nero estintivo. Particelle ad alta energia, miliardi di joule colpiscono l’atmosfera terrestre dal Sole. Le concussioni sentite sono quelle dei trasformatori e delle bobine dell’alta tensione che esplodono in lontananza. Le luci nel cielo sono un’ inedita aurora che avvolge il pianeta, causando la distruzione del dna nella vegetazione dell’emisfero settentrionale. Qualcosa che Jim Al-Khalili considera come la causa finale dell’estinzione dei Neanderthal. L’ozonosfera scompare, raggi gamma e X, colpiscono senza opposizione. Le foreste morenti si incendiano anche a causa dell’esplosione delle linee elettriche.

Impatto NEO > 1.000.000 di megatoni

Una cometa o un asteroide colpisce il pianeta. Non è un cigno nero perché già accaduto. Il protagonista non può aver visto nulla di disturbante dalla finestra: se avesse potuto assistere all’esplosione dell’impatto del near earth object sarebbe probabilmente stato incenerito in pochi secondi. Lontanissimo dalla linea dell’orizzonte questo evento di Tunguska a molte potenze, questa ripetizione dell’inizio probabile dell’estinzione di massa del Cretaceo-Paleocene. A parte la prospettiva del personaggio principale tutto coincide. Terremoti, cielo che si oscura, estinzione di massa della vita vegetale e animale, inverno nucleare pluriennale. Il bambino di The Road cresce in un mondo buio, che si sta raffreddando, in cui la fotosintesi non è più possibile perché troppa poca energia solare raggiunge il terreno, meno del 50 %. Un atto di dio che rientra nella visione apocalittica complessiva dell’opera di McCarthy. Lontano dalle coste e dalle faglie tettoniche le città vengono distrutte dal caos che segue l’impatto, dal collasso delle linee elettriche e idriche, poi nella guerra per la sopravvivenza fino ad essere abbandonate. Piccoli centri urbani come quello da cui comincia il cammino in The Road, se difficilmente raggiungibili dai profughi interni delle città, sono un luogo più sicuro, abbastanza per permettere la crescita e l’istruzione di base del bambino in relativa sicurezza. La quantità di polvere nell’aria ne causerebbe il crollo della qualità complessiva.

In those first years the roads were peopled with refugees shrouded up in their clothing. Wearing masks and goggles, sitting in their rags by the side of the road like ruined aviators. Their barrows heaped with shoddy. Towing wagons or carts. Their eyes bright in their skulls. Creedless shells of men tottering down the causeways like migrants in a feverland.

Supervulcano

Il bisogno di copertura oculare e di portare maschere, probabilmente antigas, è indice di un’altra possibilità: l’eruzione di un supervulcano. Miliardi di tonnellate di gas, C02, ceneri vengono immesse per anni nell’atmosfera, formando un aerosol che scherma il pianeta dai raggi solari, raffreddando il pianeta di due gradi ogni anno. Un raffreddamento della temperatura terrestre di 3-5 gradi distruggerebbe la resa agricola di Ucraina e Stati uniti. Dopo un anno dall’eruzione, in un inverno vulcanico che si fa sempre più grave, una carestia globale sarebbe in fase avanzata e non più mitigabile senza una preparazione di anni all’evento X. L’eruzione che ha causato la Little ice age sembra abbia provocato una riduzione di solo il 10 % della quantità di raggi solari alla superficie. L’eruzione di Toba (75.000-70.000 a.c.) invece una riduzione del 75 %, sembra infatti riducendo la popolazione di sapiens a solo 5000 unità, un limite vicino all’estinzione tecnica. La caldera più vicina, una delle osservate speciali nel evento X Supervulcano, al luogo (sembra Middlesboro, Kentucky) dove si trova il protagonista è a Yellowstone, oltre la linea dell’orizzonte. Le luci provenienti dall’eruzione sarebbero quindi invisibili al protagonista. Rimane una delle ipotesi più realistiche per la devastazione della biosfera mostrata che è propria di un’estinzione di massa.

Bug o variazione nella simulazione

L’universo che conosciamo è una simulazione (Bostrom). Un bug interrompe solo la fotosintesi e il mondo vegetale muore, tutto insieme. Gli incendi provocati dalle foreste morte, dalle guerre per le ultime risorse alimentari ed energetiche, tipping point climatici vengono superati in mesi alimentano un cambiamento climatico devastante e una nuova era glaciale comincia in pochi anni. Il pianeta in The Road infatti si sta raffreddando. La vita animale si estingue in tutto il pianeta, rimangono gli esseri umani, ancora un po’. Il bug ha effetti a catena sulla capacità della neuro corteccia di elaborare concetti e parole, c’è un crollo del significato che provoca incapacità di elaborazione, suicidi di massa, violenza immotivata, scarsa capacità di coordinamento tra sapiens in grandi numeri. È la fine dell’umanità come esperimento?

Ancora.

I costruttori della simulazione sono impazziti o solo annoiati, vogliono creare, osservare una simulazione in cui le uniche proteine disponibili sono quelle umane. Ci sono altre miliardi di simulazioni in corso, quella in The Road è una tra le possibili.

Il Grande filtro

Ogni specie intelligente della galassia, arrivato un certo momento del cammino lungo la strada diretta fuori dall’adolescenza tecnologica (Sagan) sente delle concussioni e vede delle luci alla finestra. Il consumo di fossili per estrarre energia è l’indiziato principale ma non sappiamo davvero cosa può scatenare la fine delle civiltà tecnologiche nell’infanzia. Il tipo di distruzione mostrata in The Road mette fine a ogni possibilità di recupero della razza umana come candidata a un destino cosmico. Dal giorno Y sono passati tra i 6 e i 10 anni, il bambino nel romanzo forse ha uno sviluppo ritardato dovuto alla carenza di luce solare e con un’alimentazione ipovitaminica, radiazioni, eccesso di C02 dell’aria.

Anthropocenic climate apocalypse

Gli scenari più pessimisti sul cambiamento climatico non lo erano abbastanza. L’immissione di C02 nell’atmosfera, colossali perdite di metano non denunciate da gasdotti, nuove correnti oceaniche acidificate, fabbriche illegali di CFC scatenano asimmetrie non previste dai climatologi. Annunciato da spettrali luci nella bassa atmosfera un cambiamento climatico istantaneo innesca un raffreddamento del pianeta improvviso interrompendo l’aumento annuale della temperatura media. La corrente del Golfo e la thermohaline circulation rallenta in poche settimane, la temperatura media crolla, le precipitazioni si interrompono causando una moria di dimensioni continentale di alberi, già provati dal riscaldamento globale. Incendi apocalittici cominciano colpire campi coltivati e foreste. La vita vegetale si estingue anche all’equatore dopo soli 2 mesi di cieli oscurati. Dopo tentativi, anche fruttuosi, di razionamento, esaurite le scorte strategiche di petrolio, grano e riso, rivolte e guerre esplodono. Paesi in via di sviluppo dotati di armi nucleari entrano in guerra con i vicini e cominciano alcuni scambi nucleari aggravando la situazione climatica comunque già irreparabile.

Terrorismo estinzionista High Tech

Vicino a tutti i centri urbani con più di 20.000 abitanti milioni di congegni vengono innescati creando lampi di luce e concussioni, uccidendo le cellule vegetali e causando EMP che distruggono i trasformatori. Probabilmente si tratta di nanobot, creati dagli investimenti co-finanziati dal Pentagono, di un miliardario. Convinto che l’umanità sia un virus, traumatizzato nell’adolescenza o chissà perché costui in segreto ha investito la sua fortuna da signore della Silicon Valley per possedere la fine del mondo (Zero K, DeLillo). L’uomo si suicida in una vasca, certo che il suo piano ha avuto successo.

Geoingegneria

Gli stati maggiori dell’Occidente, della Federazione russa, dell’Esercito popolare cinese sanno benissimo che il riscaldamento globale è la minaccia numero uno allo human security system. Già dagli anni ’80, riuniti in incontri segreti alle dirigenze politiche dei rispettivi paesi, stanno preparando piani e sperimentando in piccola scala il Solfato Gamma, un composto apparentemente perfetto per creare una schermatura globale e così ridurre la temperatura media della terra. Esperimenti del genere hanno causato raffreddamenti in scala regionale come nella Corea del Nord nel 1994 o in Iraq con la copertura di Desert Storm. Il Solfato Gamma, scatena però effetti non lineari nell’atmosfera, un cigno nero emerge, strane luci sembrano formarsi nella stratosfera con la sintesi in natura del solfato. Particelle d’energia si accumulano nell’atmosfera devastando la rete elettrica e il cielo diventa scuro. Passeranno tra i sei e gli otto anni e i protagonisti di The Road dovranno abbandonare la loro casa nel Kentucky.

Pre-soft apocalypse

Il protagonista è un uomo colto, un medico. Si è ritirato vicino agli Appalachi perché quella è una delle destinazioni magnetiche per un survivalista. L’evento X a cui assiste alla finestra era in realtà una possibilità attesa. Collasso climatico, stagnazione economica, violenza diffusa nelle grandi città, continue crisi nella fornitura di beni e servizi, il sorgere di failed state in Europa e in Asia continuano e si alternano da anni. Ecco spiegata la reazione a luci e concussioni così come la resistenza incredibile agli anni di caos post-evento X. In The Road i personaggi hanno scorte alimentari, mangiano spinaci e scatolette lungo il tragitto, almeno all’inizio. Erano preparati al collasso ma non è possibile alcuna preparazione a una catastrofe della biosfera come quella che viene mostrata. C’erano tutti i segni prima del giorno Y ma il worst case scenario che si realizza è un futuro nero non immaginabile fino al suo realizzarsi. Una miriade di cigni grigi preparano l’emersione dei cigni neri che, quando emergono, rendono il mondo irriconoscibile.

Crollo narratologico

In qualunque scenario, di fronte a ogni evento X esposto, ci sono contromisure per garantire la sopravvivenza umana. Secondo David Denkenberger e Joshua M. Pearce rimangono molte azioni per produrre cibo sufficiente per la popolazione umana anche in uno scenario come The Road. Sono tutte azioni che prevedono un certo coordinamento logistico, un impegno deciso e ordinato, grandi risorse materiali, energetiche e umane da parte di un governo. Tutte sono potenzialmente capaci di produrre abbastanza calorie per sostenere un’ampia popolazione umana. Qualcosa però si deve essere rotto nel tessuto narrativo di una civiltà se non è riuscita da mettere in atto le riconversioni necessarie del sistema industriale e la forza lavoro per mettere in atto uno dei piani proposti dai due autori. I cittadini devono essersi rinchiusi nelle proprie abitazioni, facendo scorte, preparandosi al peggio e aspettando che il peggio passi… ma il peggio non immaginato arriva con i culti suicidi ed estinzionisti che pregano e uccidono sulle colline. La popolazione si divide in singoli individui, in famiglie, la comunità umana si disperde, il governo crolla e così collassano le possibilità di nutrire tutti. Sembra che per affrontare l’inverno vulcanico causato da Toba i sapiens sopravvissuti abbiano dovuto superare i limiti di adattamento della selezione naturale creando un tool più veloce, adattabile e altrettanto resistente: la cultura.

Questo non succede in The Road in cui il mito, il racconto, è ridotto a una piccola fiamma appena sufficiente a riscaldarsi. Il survivalismo mononucleare, di comune o individuale non può non fallire in uno scenario come in The Road. Non essere riusciti a creare la leggenda dell’umanità affamata ma resistente alla lunga notte ha causato la Strada.

Breve bibliografia

On thermonuclear war, Herman Kahn.

Feeding everyone no matter what, David Denkenberg e Joshua M. Pearce

Eventi X, John Casti. Il Saggiatore

Global Catastrophic Risk, a cura di Nick Bostrom e Milan M. Ćirković. Oxford

Il Cigno nero, Nicholas Nassim Taleb. Il Saggiatore

Under a green sky, Peter D. Ward

ARE YOU LIVING IN A COMPUTER SIMULATION?, Nick Bostrom

Il Seme di Pandora, Spencer Wells. Codice edizioni

Il pianeta nuovo, Oliver Morton. Il Saggiatore

La Malinconia del Mammut, Massimo Sandal. Il Saggiatore

Antispazi, Matteo Meschiari. Pleistocene Press

Segue La Strada, Eventi X svolti #3

Un pensiero riguardo “La Strada, Evento X #2

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