TINA IN 5 PAROLE CHIAVE – CLIMA
Il clima è un iperoggetto difficilissimo da pensare. La gente fatica a capirlo, a crederci, ma gli scrittori fanno ancora più fatica perché vivono immersi in problemi, tradizioni e automatismi che ostacolano la percezione del presente e la rappresentazione del futuro. L’unico strumento per capire veramente il collasso climatico è l’immaginario, che va liberato e indirizzato verso nuove narrazioni. TINA è un lavoro collettivo che si fa carico di mappare e rifondare l’immaginario terrestre nell’era dei mutamenti climatici.
TINA IN 5 PAROLE CHIAVE – ROMANZO
Tra le molte forme possibili di scrittura, il romanzo è forse lo strumento più adatto per misurare la temperatura dei tempi e per partecipare a una discussione politica sempre più urgente. Per TINA è il “romanzo diffuso dell’Antropocene”, cioè l’incontro di voci e scritture che sono consapevoli del fatto che il collasso climatico trasformerà tutto, non solo ambiente, società ed economia, ma anche il mondo della cultura e del libro. Il romanzo è allora un osservatorio/laboratorio potenziale per capire il futuro della scrittura e il futuro della specie.
TINA IN 5 PAROLE CHIAVE – UCRONIA
La distopia declinata in modo superficiale è il primo ostacolo alla comprensione dei tempi. La distopia senza utopia politica è il primo ostacolo a una politica della scrittura. Al Too Late distopico TINA preferisce il What If dell’ucronia, cioè una scienza intuitiva degli scenari possibili per immaginare delle alternative allo status quo. Mentre la distopia non racconta più niente e resta un esercizio di semplice traduzione narrativa del presente, l’ucronia è uno strumento di moltiplicazione narrativa dei possibili per scongiurare un futuro tossico.
TINA IN 5 PAROLE CHIAVE – ANTROPOLOGIA
Il ritardo della letteratura rispetto ai problemi dell’Antropocene non può essere risolto attraverso romanzi diostopici, climate fiction o un’estetica della catastrofe. Esattamente come il romanzo neoliberista/borghese non risolve nulla (nemmeno i problemi degli editori) evocando nostalgia, buoni sentimenti o pathos di fronte alla malattia e alle disfunzioni sociali. TINA pensa alla letteratura non come a una qualche pratica psicanalitica o riparatoria ma come a un modo efficace per ripensare il posto dell’uomo nel Cosmo.
TINA IN 5 PAROLE CHIAVE – FICTION
Fiction is action non è uno slogan o una metafora, ma un mindset operativo per cercare delle soluzioni reali ai problemi dell’Antropocene. La questione è semplice: se esercito l’immaginario inventando narrazioni impossibili aprirò la strada a invenzioni in cui l’impossibile diventa non troppo improbabile e dove il non troppo improbabile diventa forse possibile. Si tratta cioè di travasare in letteratura ciò che in altri ambiti della ricerca si dà già per assodato: immaginare è agire. TINA è un gioco reale, non un’antologia di racconti.
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