Questo blog merita di meglio.
Vorremmo per esempio scrivere dei numeri terrificanti e della prospettiva climatica. Interrogativi enormi. Amitav Ghosh – sempre sia letto e ancora – si chiedeva cosa sarebbe successo al pianeta se l’Asia si fosse liberata dal giogo coloniale, un brutale sistema di predazione economica e distruzione del progresso delle nazioni, e fosse stata libera di industrializzarsi prima, trenta-quarant’anni prima. Altri anni per ridurre le soglie di resistenza all’immissione di inquinanti e di Co2 nell’atmosfera. Probabilmente le terrificanti previsioni per il 2050 si sarebbero già avverate, i tipping point superati da un pezzo, tutti i cicli geobiochimici alterati in maniera definitiva. L’apocalisse climatica adesso, 2020 invece che nel 2050. Questa tempo-linea climatica è il risultato di ulteriori decenni di oppressione e sofferenza per milioni e poi miliardi di individui. Questo cenno ucronico di Ghosh ne La Grande cecità va accanto alle tracce negli articoli della stampa di adesso. Il Covid-19 sta avendo come effetto collaterale la riduzione delle emissioni, prodromi di una recessione globale, centinaia di migliaia di barili di petrolio che non stanno bruciando per alimentare la fabbrica del mondo e le sue succursali asiatiche. Le catastrofi, milioni in quarantena invece che a scuola e al lavoro, gli eventi Y devastanti sui sistemi umani ne riducono l’impatto sul clima. A questo trade-off narrativo dovremmo dedicarci adesso, una delle poche, vere tragedie dell’Antropocene. Riusciamo a elaborarle sui numeri, le storie, le persone?
Di questo non possiamo scrivere adesso, stiamo completando TINA-Antropocene Decadence. Siamo tutti impegnati ma dobbiamo finire. C’è, sembra, una finestra di opportunità che un editore ci ha proposto. Centrandola potremmo avere AD e questo primo TINA al Salone dell’Antropocene aka il Salone del Libro di Torino 2020.
Lavoriamo come macchine, siamo macchine che elaborano, forti di un’intelligenza analogica che è comune a tutti i Sapiens ma abbiamo un pensiero per chi pensa poco, per quelli senza tragedie e meccanismi ed è questo qui:

Noi speriamo di resistere al futuro. Voi?