Lalalalaaaaaaaaaa ecco il nuovo scenario ma siamo in Italia, non c’è l’Esercito popolare cinese a presidiare le strade, avete e abbiamo sottovalutato la portata del Covid-19 perché nessuno ha spiegato i rudimenti del Citizen Preparedness ma del resto neanche l’educazione civica spicca tra le priorità, quindi amen.
È tardi ma qualcosa va fatta.
Se non siete sociopatici, estinzionisti, codardi sognatori eliminazionisti ma anche e soprattutto stupidi ci sono alcune piccole azioni che adesso, chiunque, può fare per aiutare la comunità degli umani. Spoiler: aiutare gli altri aiuta voi. Abbiamo un concetto semplice, immediato, forse Meschiari può fare una lezione su l’antropologia del dono e perché nonostante la brutalità della nostra specie siamo qua, a prosperare e soffrire, perché quella che è un’emergenza può diventare un’occasione. Il concetto è semplice: comportamenti prosociali. Tutte quelle azioni, grandi e piccole, che si fanno in maniera gratuita a beneficio di altri esseri umani. Per le definizioni tecniche c’è tempo, passiamo subito a qualche esempio:
- Offrirsi di fare la spesa per gli over 65 del vostro condominio. Non il quartiere intero, ognuna e ognuno nel suo palazzo. Questo vale per la farmacia o le poste. Se vi dicono “no”, insistete con gentilezza.
- Chiedere “Come stai?”.
- Se avete una donna o un uomo di servizio, una persona che vi aiuta con le faccende domestiche chiedete dei suoi spostamenti, se deve usare i mezzi pubblici, se ha anziani da accudire. Dopo questo” interrogatorio” prendete una delle mascherine che avete ben nascosto in casa, dei guanti, quello che serve per ridurre il rischio di contagio ufficialmente, per mettersi a servizio è la versione ufficiosa. Questo vale per chiunque faccia parte della vostra vita: condividete le protezioni. Il discorso sull’utilità o meno è irrilevante adesso.
- Piantatela con l’accaparramento. Di protezioni facciali, di disinfettanti vari, di cibo. Comprate quello che vi serve e basta.
- Se costretti ad uscire, per esempio per andare al lavoro, e sapete che qualcuno nel vostro palazzo o nel vostro quartiere usa i mezzi pubblici per recarsi dove voi andate magari ogni giorno offritegli un passaggio. Al rifiuto insistete, sempre con garbo. Prendete l’impegno. Ogni mattina svegli avrete delle persone che vi accompagneranno.
- Fate una telefonata alla vostra vecchia zia che non amate. Ogni settimana, ogni tre giorni. Magari sarà ancora la vecchia stronza che ricordate magari no, non importa.
- Questione spinosa ma abbiamo fiducia nei nostri lettori. Le forze dell’ordine sono e saranno sempre più impegnate. Ci sono tantissime storie che possiamo discutere intorno a un bel Gewürztraminer sullo status delle forze dell’ordine e l’immaginario post G8 di Genova. Queste “chiacchiere” non faranno sparire elementi predatori della società. Un po’ più di allerta per strada, praticate un po’ di sicurezza operativa, parlate con gli anziani della zona: nel cumulativo dei rischi nell’emergenza sono ancora loro i soggetti più deboli. Nel dubbio che un evento criminoso si stia verificando semplicemente chiamate le forze dell’ordine: capiranno loro se intervenire.
- Collassonauti, Utenti del collasso. Intorno a voi c’è gente, amici, conoscenti che stanno vivendo all’improvviso una serie di emozioni forti che voi conoscete e avete elaborato. Offritevi di fare una telefonata, ogni tanto, con persone che possono sentire particolarmente gravoso dal punto di vista emotivo e psicologico la vita durante una catastrofe. Non è un counseling ma le parole giuste, la trasmissione parlata del vostro morale, possono essere d’aiuto, quel tipo d’aiuto prezioso tra umani.
- scriveteci: lagrandestizione@gmail.com
State al sicuro, aiutatevi l’un l’altro. Il tessuto metafisico di una società soffre durante una catastrofe, non si tratta di rammendare ma di renderlo adesso migliore.
L’ha ripubblicato su Downtobaker.
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