Nello sbracciarsi a svuotare il Titanic con il secchiello del normalcy bias -quella musichetta nella mente impreparata che non crede agli eventi X e che continua a suonare anche quando la catastrofe si manifesta-, mentre macchine dei carabinieri scortano furgoni refrigerati a una rispettosa e normalmente irragionevole bassa velocità, l’aritmetica dissonante dei morti allo stato civile e quelli nelle statistiche del Coronavirus è qualcosa di immediato, molti intellettuali italiani stanno facendo un gran servizio. Uno civico, igienico, di svelamento: stare nel fumoir della chiacchiera fuffa, ridacchiando delle storie sugli iceberg lontani, fa male. Davvero. Non sorprende che le discussioni della parte meno scolarizzata della popolazione, non a caso anche la più colpita dall’economic crunch e quindi sotto assedio multiplo, siano così simili a quelle dei nostri chiacchieroni intellettuali sul Titanic. Cospirazionismo, incapacità di elaborare scenari, analfabetismo scientifico, fallacie varie e molteplici, frattali per frattaglie ma biopolitiche, merdoni pestati sui social che vengono poi -SORPRESA, mio pubblico di sciocchi- indicati come esperimenti retorici, di pensiero, social-sociologici, performance che nessuno aveva chiesto, abbondano.
Abbiamo superato il limite di tolleranza e ragionevolezza, la nuova specie di intellettuali rendono questo libro un testo per altri mondi, una discussione per alieni.

Nel momento in cui gli intellettuali si sono perfettamente integrati ecco la fregatura: hanno perso il pubblico.
Nella morte della capacità di elaborare contesto militari che raccolgono cadaveri sui camion si trasformano in polizia segreta con furgoni neri mentre allestiscono garage per i dissidenti. L’indagine approssimativa su queste dissidenze intellettuali e creative alle misure di contenimento da queste parti fa tirare un sospiro di sollievo: siete salvi. Quando “il pensiero critico” è così diffuso sarà facilissimo, anche nell’era del controllo elettronico di massa, per certi intellettuali nascondersi. Centinaia di presunti intelligenti, quelli che hanno letto molti romanzi, qualcosa di Foucault e anche quelli che sono persino riusciti a leggere Dialettica dell’Illuminismo o magari no, si sono lanciati in discussioni sulle morti per/con coronavirus, soffrono per l’economia, hanno segreti importanti su piani biovitali e strategie dello spirito e tanti altri e vari dialoghi con il Manager del Coronavirus. Questo trascendentismo piccino, molto retorico e fumoso (del resto nel fumoir del Titanic il rischio per la mente arriva prima di quelli del corpo), è un cantuccio grazioso, nobilitante, eccitante. La realtà della pandemia è noiosa, d’attese, della perdita di impegno almeno lavorativo.
Intanto i Bianconigli della destra, come i dissidenti creativi incidentalmente di sinistra, sotto sotto ma spesso neanche tanto usano di trope del Project Fear. Ci stanno terrorizzando, quelli lì, Loro, un popolo terrorizzato è uno controllabile e via dicendo, “non siamo cinesi”. Assolutamente congeniale agli interessi antiumani di parte della società italiana,

, quelli de “la scienza ha fallito proviamo con l’arte”, i ribelli intellettuali della truffa-esagerazione-pensate all’Economia nella catastrofe del Covid-19, sono il risultato di un ambiente culturale poco competitivo. Non c’è alcun direttore d’orchestra che ha voluto la morte del Contesto, semplicemente è più facile rielaborare e rimestare, citare, una nenia già sentita per quanto impropria.
La dissidenza al Coronavirus (LOL) è anche un modo per rinverdire la Fantasyland del creativo, intellettuale, coltissimo ma non davvero, del candidato al Nobel ma da chi, italiano. Se un protocollo culturale ha fornito pubblicazioni o una posizione perché non dovrebbe continuare a funzionare dopo? Nel dubbio, sotterraneo, da rumore bianco, da mente ragionevole bicamerale, meglio proprio evitare di ammettere l’esistenza di un dopo. Sarà tutto come prima, il Progetto Vanità, la passerella delle opinioni inutili se non nocive, potrà continuare.
Sembra che i primi focolai di Covid-19, quelli non messi a tacere ovviamente dato che l’esistenza dei complottisti non cancella i complotti come le idee dissidenti e creative sulla pandemia non faranno ripartire l’economia in un paese in emergenza sanitaria, siano stati scoperti da medici che non hanno seguito i protocolli. Forse è vero, forse è una storiella, ma è facile riconoscere l’intelligenza viva, analogica, prodotto dell’autonomia individuale, e i suoi risultati positivi, non superstiziosi, davvero antiburocratici e contro il principio di autorità. Di questa “roba” gli appartenenti al Progetto Vanità non vogliono parlare, magari perché troppo “semplici”, forse perché incapaci di vivere e pensare applicandola e seguendola.
Ci sarebbe una scialuppa da costruire, imparare a “cacciare le foche”. Il mare dell’Antropocene è in tempesta, l’agricoltura delle dissidenze fallaci del pensiero non ha molte speranze di dare ancora raccolti per molto.
Fiction is action.