Un po’ di ordine

Cerchiamo di riassumere. Il virus gira in Italia da Gennaio; no da Dicembre. Va bene, forse un po’ prima o un po’ dopo. I primi casi di polmoniti atipiche si vedono a Gennaio; no forse da prima. Comunque li hanno visti per primi i Medici di Famiglia, gli unici tagliati fuori dal processo decisionale di tutta la vicenda Covid-19. Ad ogni modo a Febbraio si comincia a parlare di crisi sanitaria. Sabato 22 Febbraio il Corriere parla dei primi decessi : https://www.dire.it/22-02-2020/425131-prime-pagine-quotidiani-22-febbraio-2020/

L’intero paese comincia a mobilitarsi: mascherine sì o mascherine no. Distanze di sicurezza, DPI, medici in trincea, angeli salvatori (gli stessi che erano aggrediti ancora a Gennaio 2020): https://www.lastampa.it/cronaca/2020/01/02/news/a-napoli-due-aggressioni-ai-medici-in-un-giorno-la-croce-rossa-peggio-che-in-guerra-1.38279006

La politica afferma ogni giorno una cosa che contraddice il giorno seguente: l’Italia chiude, no non chiude. Orario ridotto, distanziamento, anziani a casa, prima gli anziani ecc. Poi si scopre che non sono solo gli anziani a finire in ospedale e nel frattempo qualcuno pensa pure di mettere i malati Covid-19 dentro le RSA. Come fare un barbecue a lume di candela dentro una fabbrica di fuochi pirotecnici: http://www.lavocedelmiomedico.it/?p=3627

Finalmente si arriva al blocco totale. Paese fermo, #iorestoacasa oppure #andràtuttobene e ci si adatta alla vita da reclusi ai domiciliari con intermezzi canori sui balconi ed esperimenti di culinaria. Non parliamo del vertiginoso aumento di aggressioni domestiche in questo frangente perché pare brutto. https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/04/20/violenza-domestica-continuano-i-casi-per-alcuni-un-ordine-di-allontanamento-e-solo-un-pezzo-di-carta/5762373/

A fine marzo siamo in pieno marasma. Morti in corsia, Unità Intensive al collasso, medici deceduti (40% medici di famiglia), infermieri deceduti, ventilatori carenti, posti letto insufficienti, medici in sottonumero ecc. Inutile dire che le politiche di erosione in campo sanitario sono massimamente responsabili della catastrofe in atto ma è difficilissimo sentire un piccolo Mea Culpa anche solo sussurrato dal politico di turno. Probabilmente troppo impegnato in opere di distanziamento dalle responsabilità.

Il massimo del sabotaggio lo danno però gli amministrativi. Quelli che si inventano le “procedure” burocratiche, i “percorsi” da completare da parte del cittadino che deve salvarsi la pelle o semplicemente cercare di stare a galla. Un malato oncologico che ha già abbastanza problemi con il proprio cancro in trattamento chemioterapico e che quindi vorrebbe mettersi al riparo dalla pandemia deve farsi dare una serie di autorizzazioni che snerverebbero anche il Dalai Lama. I malati di Covid-19, quelli che se lo sono beccato e magari sono anche stati parecchio maluccio, avrebbero diritto allo “stato osservazionale” come periodo di riposo e convalescenza ma per ottenerlo occorre che la pratica passi attraverso la Medicina Legale e questa impiega mediamente anche più di 10 giorni per rispondere. Il virus è vagamente più veloce, in 10 giorni il paziente può anche essere già stato cremato.

Non parliamo delle terapie, delle indicazioni sanitarie assolute. Il vademecum dei Medici. Le comunicazioni “ufficiali” arrivano giornalmente, si contraddicono giornalmente, il tutto ad un ritmo di una decina al giorno. Con in mezzo una miriade di pali e paletti che impediscono di mettere in pratica le terapie senza un totale senso di angoscia: sto facendo bene oppure no? Fortunatamente il tam tam dei medici funziona e benissimo. Senza quello probabilmente a quest’ora saremmo ancora in alto mare. Duole riconoscere che l’unica cosa che abbia dato dei risultati concreti sia stato lo scambio in tempo reale fra i vari attori sanitari permettendo un rapido aggiustamento del tiro. A proposito di tiro: duole anche riconoscere che quasi tutti i medici ma soprattutto la Medicina Generale sono stati lasciati con ben poche armi in mano. Nessun DPI (Dispositivi di Protezione Individuale), nessun riguardo. Doloroso riconoscere che molti, troppi medici di famiglia sono morti per questo motivo. Molti hanno continuato a lavorare, rischiando ogni giorno, cercando di aiutare dove si poteva. Soli. Le istituzioni non c’erano. Forse a parole ma non erano presenti fisicamente.

I tamponi; argomento scottante. Ovvio che chiunque voglia farli disperatamente. Sani, ipocondriaci e malati. Nonostante la Cina ci abbia dato due mesi di tempo per preparaci, tamponi, reagenti, mascherine e quant’altro sono stati carenti. Pure il disinfettante per le mani. Però è stato bello sapere che il politico di turno, il calciatore o l’attricetta hanno potuto effettuarlo in tempi rapidissimi tranquillizzando l’opinione pubblica sul proprio stato di salute: https://codacons.it/coronavirus-tamponi-lampo-per-vip-e-calciatori-ma-non-per-i-medici/ Sempre riguardo ai tamponi è bello segnalare che la “procedura” è quella di inviare i risultati al Medico di Famiglia (ricordo che è la figura totalmente ignorata nell’intero processo decisionale) il quale lo comunica al paziente. Peccato che spesso le mail non arrivano o se arrivano contengono nomi e cognomi di pazienti non relativi al destinatario. Cioè ci sono dei medici che hanno ricevuto risultati appartenenti ad altri colleghi. E viceversa, ovviamente. Oppure mail arrivate senza allegato. No comment.

Quello che è stato è stato. Non va bene ma è così. Ora occorre pensare ad uscirne. Grazie al Cielo la pandemia pare avere un certo rallentamento; i ricoveri calano, i decessi pure, i guariti aumentano. Ma siamo anche alla fine del periodo di isolamento: ora si tratta di ripartire. Sappiamo già che i tamponi verosimilmente non verranno effettuati agli asintomatici (quelli che stanno benissimo ma potrebbero essere portatori del virus e quindi potrebbero contagiare altre persone). Non verranno fatti ai guariti da sintomi lievi (il 90% di quelli che si sono beccati il virus: persone che stanno benino a parte la febbretta – diciamolo subito: la febbricola dura anche settimane in certi casi – o che hanno avuto poche e non preoccupanti manifestazioni come cefalea, lombalgie, assenza del senso dell’olfatto ecc.) e quindi queste persone, che potrebbero essere ancora portatrici del virus, alla riapertura potranno girare allegramente contagiando nuovamente il territorio. Non parliamo neppure del prelievo per esame sierologico (trovare gli anticorpi che dimostrerebbero essere o non essere stati affetti dal virus) perché non solo non sono proposti al momento ma anche scarsamente affidabili: https://www.lastampa.it/esteri/2020/04/20/news/coronavirus-i-test-sugli-anticorpi-non-funzionano-l-allarme-degli-scienziati-mentre-gli-usa-sono-pronti-a-riaprire-1.38740193?fbclid=IwAR0IltHRkJOV0VOGUGir3sk6FU2UEd67v11zu2LdXGaqSE458Q-xCvJmPW0

Quindi il programma quale sarà? Riaprire, tornare tutti alla “normalità” (questo è un altro capitolo), uscire finalmente di casa. Benissimo; peccato che allora sappiamo con certezza matematica che molti saranno positivi in circolazione e verosimilmente si creerà un nuovo contagio a livello della popolazione. La fase 2 rischia di assomigliare come ad un gemello alla fase 1. Quindi gli ospedali rischiano di riempirsi nuovamente e gli ambulatori dovranno inventarsi sistemi di sanificazione e di turnazione dei pazienti per non diventare propagatori seriali del virus. In Germania hanno avuto pochi meno contagiati di noi ma almeno 6 volte meno decessi: https://gisanddata.maps.arcgis.com/apps/opsdashboard/index.html#/85320e2ea5424dfaaa75ae62e5c06e61

Come mai? Si sono mossi per tempo; hanno avuto una sola regia. Hanno preso le decisioni persone competenti e preparate, gente del mestiere insomma.

Allora come si farà? Occorre rivedere alcuni concetti fondamentali inerenti la Salute delle persone. Lo studio medico non potrà più essere gestito come una volta: occorrerà prestare attenzione ai rischi di contagio, sarà opportuno far venire le persone poche alla volta, evitare la presenza contemporanea di troppi pazienti. Ovviamente questo creerà un certo “allontanamento” tra medici e assistiti. Però la Medicina Generale può fare finalmente il grande salto verso la presa in carico dei pazienti: la tecnologia permette di poter esaminare, valutare e soppesare la situazione clinica di ogni persona. Nessuno meglio del Medico di Famiglia conosce la realtà sanitaria dei propri assistiti. Si potranno e dovranno stabilire dei programmi di sorveglianza dove saranno i medici stessi a chiamare le persone secondo quanto scaturito dalle cartelle cliniche. Si farà una medicina di prevenzione e di programmazione; si ottimizzerà la spesa in una ottica di perfezionamento. Si passerà insomma da una logica “a prestazione” (il medico sempre presente in studio che aspetta gli appuntamenti) a una idea di “risultato” dove il medico ottiene un concreto vantaggio per il paziente avendolo studiato prima ancora che questo arrivi. Sembra complicato ma è semplicissimo da realizzare. Già ora è possibile soppesare la correttezza di prescrizione dei farmaci e quindi evitare sovraccarichi di terapia o lacune in altri casi. In questo senso la Fase 2 è praticamente già partita per la Medicina Generale, ci siamo già dentro. Adesso occorre che politica e amministrazioni farraginose si mettano nell’ottica di collaborare con una Medicina Generale finora abbandonata ma che sarà probabilmente il volano per una nuova formula di cure, di ottimizzazione delle risorse e di prevenzione. Ne riparliamo tra un paio di mesi.

Un doveroso accenno alle fake news: quelle fandonie che arrivano per mail o sul cellulare. E’ bene che si dica una volta per tutte che qualsiasi verità scientifica e realmente applicabile non arriverà MAI attraverso Whatsapp, Facebook o Youtube. Qualsiasi notizia scientificamente provata seguirà i canali scientifici. Che si voglia o non si voglia accettarlo: o si crede alla Scienza o si crede alla magia.

Quindi abbiamo delle speranze? Sì: dobbiamo aspettare un vaccino (e vedremo quanti no-vax insceneranno penose manifestazioni), dobbiamo sperare di aver contratto il virus e di esserne immuni e soprattutto che questa immunità duri nel tempo. Dobbiamo anche cominciare a pensare alla vaccinazione antiinfluenzale dell’autunno 2020 perché sarà una protezione fondamentale per affrontare l’inverno prossimo con o senza Covid-19 e questo è compito assoluto della Medicina Generale. Possiamo anche sperare che il virus esaurisca la sua spinta e si tolga di mezzo da solo in breve tempo e senza fare altri danni. A volte succede.

Dr. R. Picciotto

http://www.lavocedelmiomedico.it

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