Il 29 settembre 1996, alcune scosse di terremoto scuotono il ghiacciaio Vatnajökull. È l’inizio dell’eruzione del vulcano subglaciale Bardharbunga. L’acqua generata dall’improvviso scioglimento del ghiaccio va a colmare la caldera di un secondo vulcano sepolto, il Grímsvötn. Mentre a nord la calotta glaciale si spezza, nel Grímsvötn il livello dell’acqua aumenta di ora in ora, rischiando di tracimare. Il 3 ottobre l’eruzione decresce, ma il calore del magma in raffreddamento continua a sciogliere il ghiaccio. Finalmente, un mese dopo, il 5 novembre, lo Skeidhara River a sud del Vatnajökull comincia a odorare di zolfo e a ingrossarsi, annunciando il jökulhlaup. Alle 12 dello stesso giorno il flusso d’acqua è di 6000 m3/s. Alle 18 è di 25.000 m3/s. Alle 22.30 si raggiunge il massimo, con 45.000 m3/s: l’acqua di scioglimento, dopo aver percorso una pista subglaciale di 50 km, si riversa nelle Skeidharársandur, le piane alluvionali che si allargano a sud del ghiacciaio Skeidharárjökull. Si avvista allora una larga ondata alta dai 3 ai 5 m, che allaga in poco tempo la regione sabbiosa. Dal ghiacciaio si staccano iceberg alti 10-15 m, che vengono disseminati sulla piana. Il 7 novembre molti iceberg raggiungono il mare. Altri, defluita l’acqua dell’inondazione, rimangono arenati nelle sabbie. Il tempo è buono. Il 9 novembre le Sandur si rannuvolano, ma sul ghiacciaio è sereno. Nella primavera del 1997 molti iceberg si scioglieranno del tutto creando sabbie mobili. In occasione di un altro jökulhlaup si dice che, la primavera successiva all’inondazione, un uomo scomparve col suo cavallo in quelle sabbie. Poco dopo il 2000 ho scritto questo contrafactum nello stile delle saghe islandesi. Specie oggi che si parla di letteratura “animista”, di narrativa aperta al non-umano, lo faccio uscire dal cassetto.
LA SAGA DI LAKI QUI SOTTO
Capitolo I
1 Un oceano si chiama Atlantico. A nord di questo oceano, tra le terre dette Groenlandia e Norvegia, si apriva sul fondo del mare una lunga spaccatura. 2 Questa faglia si apriva e richiudeva in continuo. A ogni apertura, infatti, della roccia liquida fuoriusciva dal fondo marino, e la roccia fusa, che raffreddava con l’acqua, richiudeva la terra rapidamente. 3 Avvenne dunque che dopo molte aperture e chiusure della faglia si formasse una montagna. Il monte in fondo al mare crebbe di volume per varie stagioni della terra, e in principio era isolato. In seguito ne emersero altri, allineati come una serie di montagne sulla spaccatura dell’oceano. 4 Dopo qualche tempo la catena montuosa divenne una cosa sola e compatta, perché dai crateri dei vulcani il magma, il minerale fuso, continuava a fuoriuscire, e ricopriva gli strati precedenti. Ampliava le forme delle montagne. Così per molto tempo. 5 Infine, passate queste cose, le cime di quei monti divennero tanto alte da uscire dal mare, poi anche il resto dei monti uscì dall’acqua dell’oceano, ed erano valli e altipiani. Allora una terra di roccia e fumo si allargò come un’isola sotto l’aria, e i canali dell’aria rapivano il vapore e lo portavano in alto.
Capitolo II
1 C’è una terra che si chiama Islanda. È un’isola nell’oceano Atlantico. 2 Le sue terre per gli uomini sono nove, ma secondo le età sono quattro. La più antica è il basalto terziario, da Þistilfjörður nel nord-est, attraverso i Fiordi Orientali, fino a Skeiðarársandur nel sud-est. Questa terra si trova anche a Occidente, da Hvalfjörður nel sud-ovest, attraverso i Fiordi Occidentali, fino a nord, a Bárðardalur. 3 La seconda terra è meno antica, ed è il basalto grigio. Assieme alla terza terra, che è ancora più giovane, e sono cumuli di cenere di basalto, riempie quello che resta dell’isola, tra la parte a occidente e quella orientale della prima terra. 4 La quarta terra invece sono i ghiacciai. 5 La seconda e la terza terra hanno storie diverse. Queste storie si svolgono da sud-ovest a nord-est e si allungano in fasce lungo la linea della faglia. Contengono numerosi vulcani. 6 Due vulcani sono il Grímsvötn e il Bárðarbunga. Questi vulcani si trovano sotto un ghiacciaio. 7 La quarta terra è il ghiaccio, e non è così antica. Si trova in molte parti dell’isola come le terre di un arcipelago. 8 I suoi nomi sono:
Vatnajökull, che si allarga in
Breiðamerkurjökull e Brúarjökull
Hoffellsjökull e Heinabergsjökull
Lambatungnajökull e Morsárjökull
Kvíárjökull, Köldukvíslarjökull e Kverkjökull
Fallsjökull, Fláajökull e Vesturdalsjökull
Oxarfellsjökull, Eyjabakkajökull e Öræfajökull
Tungnaárjökull e Dyngjujökull
Skaftárjökull e Skaftafellsjökull
Skálafellsjökull e Skeiðarárjökull
Síðujökull, Sylgjujökull e Svínafellsjökull.
Langjökull, che si allarga in
Eystri-Hagafellsjökull e Vestri-Hagafellsjökull
Geitlandsjökull e Þrístapajökull.
Il terzo è Hofsjökull, che si allarga in
Múlajökull, Kvíslajökull e Þjórsárjökull
in Blöndujökull e Blautukvíslarjökull.
Quarto è Mýrdalsjökull, che si allarga in
Entujökull, Öldufellsjökull e Kötlujökull
Sandfellsjökull, Sléttujökull e Sólheimajökull.
9 Drangajökull nei Fiordi Occidentali è il quinto ghiacciaio. 10 Vanno inoltre nominati il ghiacciaio Tungnafellsjökull, i ghiacciai Eyjafjallajökull e Eiríksjökull, e i ghiacciai Þórisjökull e Þrándarjökull. Altri due sono Ok e Hrútfell, ma a nord sono sei: Hjaltadalsjökull e Myrkárjökull, Burkárdalsjökull e Tungnahryggsjökull, Gljúfurájökull e Þverárjökull. 11 Sono molte le terre di Islanda che non vengono nominate in questa saga, e cioè pomici, ossidiane, sedimenti, graniti, rioliti. La loro storia è un’altra.
Capitolo III
1 Il ghiacciaio che è detto Vatnajökull è molto vasto e copre tre terre. Rispetto al centro dell’Islanda si trova a sud e a est. La sua massa si apre in lembi minori, come è detto più sopra, ma sotto di esso, che si incurva sulla roccia come un manto circolare, c’è una catena di montagne. Queste montagne sono di basalto grigio e di cenere di basalto ammassata. A est, invece, c’è il basalto più antico. Così il Vatnajökull si stende sulla seconda, sulla terza e sulla prima terra di cui l’Islanda è formata. 2 Il ghiacciaio Vatnajökull è il più grande e la sua storia si è allargata in molte direzioni. Dai giorni in cui il ghiaccio si insediò sulle forme delle montagne, infatti, le montagne cambiarono aspetto, e molte di esse furono appiattite dal peso del ghiacciaio o furono levigate dal suo ventre o l’acqua che scorreva sotto di esso le scavò piena di detriti. Ma alcune montagne si rigeneravano, perché erano vulcani, e il minerale fuso fuoriusciva da esse e scorreva tra il ghiaccio e la roccia al di sotto. Così, da quando il ghiaccio si stabilì sull’isola, molte cose sono cambiate. 3 Grímsvötn e Bárðarbunga sono i nomi di due vulcani. Per molto tempo persero massa e ricrebbero, e cambiarono molte volte. 4 Dei due, Bárðarbunga è il più turbolento. Appartiene a un gruppo di fessure di cui fa parte il vulcano Laki. Di lui si è detto altrove, in una cronaca antica. La loro attività è tale da sciogliere il ghiaccio. 5 Ora, ogni dieci anni, a volte ogni cinque, l’acqua si accumula nella caldera di Grímsvötn, il lago sotto il ghiacciaio si riempie, e l’acqua fuoriesce, scorre nel ghiaccio attraverso passaggi. In questo modo viaggia lontano e raggiunge una piana di sabbie detta Skeiðarársandur. In questa piana si riversano le acque di ghiacciaio sciolte dai vulcani. 6 Simili allagamenti si produssero molte volte negli anni, ma non come negli eventi dell’anno 1996. Quell’anno era finita l’estate e doveva cominciare l’inverno. Ventidue giorni prima che iniziassero le notti invernali, il monte Laki diventò turbolento e si svegliò. Taluni lo chiamano anche Loki, e così sarà chiamato in questa saga. Da lui sono discese molte terre.
Capitolo IV
1 Vatnajökull, il ghiacciaio, scende in molte direzioni, ma due le principali, una a sud-est, l’altra a nord-ovest. La sua materia scivola sempre verso il basso, e scorre sulla roccia che è sotto, e riceve movimento dal proprio peso. 2 Il ghiaccio di ghiacciaio era ghiaccio di neve che era neve caduta molto tempo prima. La sua massa si muove ed è fluida. Somiglia a un mantello steso sugli scogli. 3 Il suo colore è blu. Lembi e pieghe sono la sua forma. Lunghi strappi lo solcano in lungo e in largo. La scogliera che è sotto lo lacera, ma le sue falde si muovono, e ciò che è aperto si richiude, e ciò che era chiuso presto si riaprirà. 4 Vatnajökull è un grande ghiacciaio e la sua storia è larga. 5 Le terre attorno a Vatnajökull ricevono da esso molta materia, dai ghiacci. Dice una strofa:
Molte cose dal ghiaccio
le terre freddo ricevono
vento gelato dal bianco-mantello
sabbia con ciottoli della sabbia
dall’occhio del ghiaccio torrenti
a festoni detriti – frammenti del monte –
ma al fuoco del vulcano dopo
allargata alle terre l’onda.
6 Attorno a Vatnajökull ci sono molte terre, e tra queste i deserti bruni di Ódáðahraun, a nord, mentre a sud la distesa di Skeiðarársandur. 7 Quando il vulcano Loki si svegliò, Vatnajökull ne fu scosso, si aprirono in esso fenditure nuove, e dalle fenditure uscì vapore e fumo con cenere. 8 Poi si sciolse molto ghiaccio e una grande inondazione era imminente, e non si poteva prevedere se l’acqua sarebbe scesa a Skeiðarársandur oppure lungo Ódáðahraun, per riversarsi infine a Skjálfandi, o a Öxarfjördur, nel mare a nord.
Capitolo V
1 Una montagna sotto Vatnajökull si chiama Grímsfjall. Solo una piccola parte emerge dal ghiaccio. 2 Al mattino, un’ora prima di mezzogiorno del giorno che si è detto, Grímsfjall cominciò a tremare, e continuò così fin dopo la mezzanotte. 3 Il giorno seguente, a nord di Bárðarbunga e nei pressi di Grímsvötn, si ripetono centinaia di scosse. Verso sera diminuiscono. Ma solo un’ora prima di mezzanotte cessarono completamente. Allora cominciò un tremore diverso, ed era il tremore dell’eruzione. 4 Allora il tremore nuovo aumentò per tutta la notte, e all’inizio del mattino seguente l’eruzione di quei vulcani fu al massimo della forza.
Capitolo VI
1 Là, sulla superficie del Vatnajökull, le cose presero forma diversa. 2 Quel mattino accadde che una parte del ghiaccio calasse e una ingrossasse. E infatti l’eruzione aveva sciolto del ghiaccio e proprio lì il ghiaccio era calato. Ma l’acqua disciolta era scesa sotto, riversandosi in un cratere a sud. Lì il ghiaccio fu spinto verso l’alto dall’acqua, e si incurvò, e si fendette. 3 A nord le depressioni nel ghiaccio erano due, ed era là che Bárðarbunga eveva riversato il magma fondendo il ghiacciaio. L’acqua fusa invece era entrata nel cratere di Grímsvötn, e continuava a riempire la caldera, che era un lago sotto gli strati del ghiaccio, e cresceva di ora in ora. 4 Per tutto il giorno, che era bello, si aprirono fessure nel ghiaccio. Il rumore del ghiaccio spezzato andò lontano. 5 Bisogna poi dire che il giorno dopo questi eventi, poco prima dell’alba, l’eruzione si fece più violenta e spezzò il manto di ghiaccio che stava sopra. Seguirono varie esplosioni. Nuvole di cenere nera si alzarono nel cielo e il vento le disperse. Anche una colonna di vapore si alzò nel cielo dalla spaccatura nel ghiaccio. Salì a grande altezza. Un vento forte la piegò verso nord. 6 E nel pomeriggio l’eruzione si estese. Più a nord apparvero altre depressioni nel ghiaccio. Più a sud il cratere di Grímsvötn ricevette altra acqua. Il ghiaccio si sollevò ancora, eppure non si spezzò. Il foro nel ghiacciaio sopra l’eruzione invece si ampliava per il magma. 7 Il giorno dopo ci furono nuove scosse della terra. 8 Il giorno ancora dopo l’eruzione continuò con la stessa potenza. L’apertura nel ghiaccio prese la forma di un lago. Era circolare. Dalle acque di questo lago si alzava una colonna di vapore. Cenere nera veniva eruttata a sbuffi a grande altezza. 9 Il giorno seguente a quello l’eruzione continuò con la stessa intensità. Ma il giorno ancora dopo i tremori della terra cessarono. Ceneri portate dal vento caddero a nord dell’Islanda, e a sud e a est. Il tempo peggiorò su tutta l’isola. A nord ci fu una tempesta di neve. 10 Il giorno dopo tempeste e nubi basse. Aumenta l’acqua nel bacino di Grímsvötn. Il ghiaccio non si spezza ancora. 11 Il giorno dopo c’è tempesta. 12 Al nono giorno dopo l’inizio dell’eruzione il tempo migliora. Le nubi basse si dispersero e ci fu un giorno di sole. Nel lago sul ghiacciaio si succedettero esplosioni. Sotto il ghiaccio il magma formò una catena di nuove montagne. Queste montagne erano abbastanza alte. La metà di tutto Vatnajökull è coperta da uno strato leggero di cenere. 13 Il decimo giorno infine il tempo tornò piovoso e soffiò molto vento. L’eruzione calò. Venti da ovest spinsero i pennacchi di vapore verso est. Cadeva la cenere.
Capitolo VII
1 All’inizio del nuovo giorno, e cioè l’undicesimo dall’inizio dell’eruzione, il tempo fu bello e sereno, con molto vento. L’eruzione continuava, ma la sua forza era in declino. Non appariva nulla di nuovo sulle distese ghiacciate di Vatnajökull, ma le esplosioni erano cessate e i pennacchi di vapore calarono. 2 Il giorno successivo a questo, nel pomeriggio, il tremore cessò. Cessa l’eruzione. Nell’acqua del lago di superficie c’è cenere di vulcano. 3 Il giorno seguente il cielo è limpido, il vento forte. Tardi nella mattinata salgono certe nubi. 4 Il giorno ancora dopo il tempo a sud è pessimo. Nel pomeriggio riprendono le scosse. A sera, tre ore prima di mezzanotte, tutto il sud è scosso da un terremoto. 5 Nel sedicesimo giorno dal risveglio di Loki l’eruzione è cessata, ma il magma continua a scorrere sotto il ghiaccio. 6 Si dice infatti:
sotto il cielo della pietra
pochi ostacoli al fuoco
e anche:
nuovo di roccia mutato
magro il cielo della pietra
perché il magma ha formato sotto Vatnajökull una nuova catena di montagne, ma il calore di questo magma ha fuso il ghiaccio. I suoi strati si sono assottigliati e l’acqua calda è scesa a valle. Ha sciolto e scavato passando. 7 In quel sedicesimo giorno fu chiara anche un’altra cosa. Che dall’acqua del lago di superficie spuntava una forma scura, simile a un’isola. La cima del nuovo cratere infatti usciva dall’acqua di scioglimento, tra pareti di ghiaccio a picco, molto alte. Nell’acqua c’erano correnti forti e rapide, e ghiacci staccati dalle pareti galleggiavano e andavano con le correnti. Ma l’isola diminuiva rapidamente. Era fatta di cenere e roccia, ma anche di ghiaccio. 8 Poi, sebbene nel diciassettesimo giorno ci fosse un terremoto vicino a Grímsvötn, per i dodici giorni successivi non ci fu nulla da segnalare. Solo, il trentesimo giorno dall’inizio dell’eruzione, accadde qualcosa, il flusso dell’acqua calò. Il magma si era raffreddato. Il ghiaccio aveva smesso di sciogliere. Tutto era tranquillo. 9 Altre cose minori vanno però segnalate. Il diciassettesimo giorno fu nuvoloso, il ventesimo ci fu una tempesta di sabbia, il ventiduesimo ci fu nebbia sul ghiacciaio, il ventitreesimo pioggia, il venticinquesimo fu limpido, cattivo il ventiseiesimo, nebbioso il ventisettesimo, il ventinovesimo giorno nevicò su Skeiðarársandur, vicino ai margini del ghiacciaio, nel trentesimo giorno ci fu neve a sud e un terremoto nel nord dell’Islanda. 10 E questa è la fine dell’eruzione.
Capitolo VIII
1 Le acque di Vatnajökull scendono in molti luoghi. I fiumi che escono dalla sua massa sono innumerevoli e freddi. Questi fiumi formano una rete molto fitta e gran parte di loro non ha nome. 2 Certe acque di Vatnajökull scorrono sulla superficie del ghiaccio, altre in canali sotto di esso. Prima di uscire dal ghiaccio formano dei laghi, colmano le depressioni. A volte però i laghi sono sotto, e allora è la roccia che sta sotto che raccoglie e contiene le acque. 3 Grímsvötn è un vulcano, ma anche un lago. Raccoglie certe acque di Vatnajökull e si nasconde sotto di lui. 4 Bárðarbunga è un vulcano, ma l’eruzione di cui si è detto ha fuso molto ghiaccio, e l’acqua di scioglimento ha formato un lago sopra di lui. Questo lago non ha nome, e presto Vatnajökull lo assorbirà, ma in questa saga si può chiamare Öskuvatn. L’isola che spuntava in Öskuvatn e che poi è scomparsa si chiamava invece Eldingarey, a causa della sua storia, mentre tutta la regione Sígaland. 5 Durante questi eventi, infatti, la scogliera su cui si stende Vatnajökull fu invasa dal di sotto da fiumane di scioglimento, e il mantello di ghiaccio si alzò. Ma quando le acque defluirono per portare inondazioni nelle terre meridionali, al mantello mancò una base per appoggiarsi, e sprofondò, e si ruppe in tutte le trame. 6 Anche il canale in cui defluirono le acque sprofondò, e il suo nome è Blágil. 7 Adesso Vatnajökull non è più lo stesso. La sua massa è cambiata.
Capitolo IX
1 Al tempo di questi cambiamenti la stagione volgeva all’inverno. Dopo la fine dell’eruzione ci fu un periodo di attesa, e l’unica cosa da dire è sul procedere della stagione. 2 Quattro giorni prima l’inondazione ci furono tempeste e tempo ghiacciato. Invece tre giorni prima fu ottimo, e il freddo pungente, ma sul ghiacciaio la nebbia. Due giorni prima della piena a Skeiðarársandur era sera, e furono viste delle luci nel cielo, e le strane luci erano a sud-ovest, sul vulcano Skjaldbreidur. Un giorno prima dell’inondazione, invece, ci fu freddo pungente. L’acqua attorno allo scoglio che si chiamava Eldingarey era ghiacciata. Su tutta l’Islanda c’era la neve. 3 Bisogna però dire l’inondazione. Questa piena viaggiò per giorni, da Sígaland verso Skeiðarársandur. Durante tutto quel tempo rimase nascosta. Viaggiava infatti sotto il ghiacciaio. Lungo un grande canale nel ghiaccio, che qui si chiama Blágil, si fece strada verso sud, attraversando le terre che formano Vatnajökull. 4 In questa strofa si dice quel viaggio:
Tiepida zolfo nell’onda
Grímsvötn la versa si svuota
passano flutti vie lunghe
è buio – corrono le acque -.
Adesso i torrenti di Blágil
a sud scendono alle Sabbie
all’acqua si mescola grigia
– ha forza il vulcano – la cenere.
5 Un fiume a molti rami si chiama Skeiðará. Prende le sue acque dai ghiacciai Skeiðarárjökull, Morsárjökull, Skaftafellsjökull, Svínafellsjökull e Öræfajökull. Sono tutti lembi meridionali di Vatnajökull. 6 Accadde allora un mattino che le acque che da Grímsvötn avevano attraversato l’interno di Vatnajökull si unissero alle acque di Skeiðará. Questo provocò un’enorme inondazione. L’inondazione fu annunciata da un tremore e da odore di zolfo. 7 Dopo il tremore, dunque, due ore prima di mezzogiorno, il flusso d’acqua di Skeiðará crebbe di ottanta volte. Dal ghiacciaio si staccano blocchi di ghiaccio, la corrente li trascina via. Sei ore dopo mezzogiorno il flusso di prima quadruplicò. I fiumi Gýgjukvísl e Sæluhúsakvísl sono in piena. Due ore prima di mezzanotte infine il flusso raggiunge il culmine. Le piane di sabbia sono allagate. Molti blocchi di ghiaccio viaggiano alla deriva. 8 Questa inondazione accadde trentacinque giorni dopo l’inizio dell’eruzione. Sulla piena a Skeiðarársandur c’è un poema:
Strofe della piena
Sole cattivo innumerevoli inverni
niente primavera in mezzo
Vatnajökull Bárðarbunga dentro
lo fonde caldo con scintille.
Caverne lunghe la fonte avvelenata
percorre nel buio nel ghiaccio.
Bruna l’onda di zolfo
percuote il torrente accidentata.
Alta – tuono d’albero – batte
le sabbie non sanno il loro posto
non fiume non onda il potere
ritrovano nell’urto dell’acqua di Loki.
Dal mondo di fuori ha turbato
il cielo della pietra lo ha acceso
adesso blocchi di ghiaccio
rotti arano le sabbie.
La schiuma dell’onda i blocchi
si placa in deriva raschiati.
Alvei correnti grigio nell’azzurro
lento defluire defluiscono.
Scesa sulle sabbie della piana
della terra del ghiacciaio la nebbia
si acquieta fiumi di veleno nel mare
per larghe linee mescolati.
9 Il giorno che seguì la piena, buona parte della regione si era svuotata dalle acque. Il giorno ancora dopo molti blocchi di ghiaccio scivolarono fino al mare, altri rimasero arenati sulle sabbie. La primavera seguente questi si sciolsero e generarono sabbie mobili. 10 Sopra Vatnajökull invece si aprirono molte fessure e lo strato di ghiaccio su Grímsvötn sprofondò. Anche le pareti di ghiaccio attorno a Eldingarey crollarono e la sommersero del tutto. 11 Quaranta giorni dopo l’inizio di tutti questi eventi ci furono sull’Islanda vento forte e nubi. Le nubi sulle montagne erano basse e impenetrabili. 12 E qui termina questa saga.
L’ha ripubblicato su Downtobaker.
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