Scrivo al volo un post prima di andare dal dentista, di nuovo. Dieci giorni fa controllo e pulizia, trovate quel tipo di piccole carie in posizioni assurde che cercavo, del tipo che in mesi di lockdown possono risultare pesanti, dannose. Quelle che emergono senza motivi chiari: stress, variazioni del bioma orale e altre cose fantastiche. Il potenziale distruttivo delle carie non curate è qualcosa su cui si riflette poco. Com’era quella de La Cospirazione?, qualcosa come “metà della sofferenza umana è stata risolta dall’odontoiatria”, qualcosa di simile. È una fortuna nostra, collettiva, quella di non doversi strappare da soli, in casa, un dente. I marinai della Medusa, sto leggendo La Zattera di Franzobel, sono probabilmente tutti senza denti. Chissà se qualcuno, costretto a mesi di quarantena senza assistenza sanitaria, una situazione per nulla da fiction a sentire i racconti di conoscenti malati di Covid, si sentirebbe rinvigorito, come un protagonista di Huysmans. Sono un ottimista in ogni caso: non uso il filo interdentale, non mi opero con il laser per l’ipermetropia. Sono convinto che ci sarà ancora per molto un dentista e un ottico per gli occhiali. Conoscendo la progressione della mia ipermetropia potrei comprare delle lenti per i prossimi anni, un grado e qualcosa più forti, un’intera collezione di occhiali, dalla montatura quanto più classica possibile quindi nera, e una bella etichetta con su scritto l’anno, “è il 2026, due centrali nucleari in Francia sembrano a corto di personale, metti questi”.
Ho una lista di robe da fare, una che si allunga. Dovrei riscrivere alcuni capitoli di un thriller, cominciare un nuovo romanzo, sistemare un pandemico per settembre, continuare la serie su La Strada, devo scrivere un abstract -mai scritto uno- sulla crime novel nell’Antropocene. So che Meschiari sta scrivendo Antropocene fantastico – scrivere un altro mondo per Armillaria, un nuovo romanzo per mettere praticare le tesi del saggio e perché forse la Gloria dei Re non lo ha soddisfatto come scrittura. Io ho accumulato 700 ore di gioco a Warhammer Total War, livello Arduo. Gioco solo con i Nani, Bretonnia e l’Impero. Da quello che leggo in giro sono particolarmente forte. Scelgo Volkmar il Tetro, capo del culto di Sigmar. Di fronte a battaglie impossibili, di solito una singola armata contro molteplici di orchi, Norsca e guerrieri del Caos e vampiri, in qualche modo grido “Per Sigmar”.
Ho in programma di scrivere una recensione della maschera 3M 7502, discutere per bene il pezzo di Taleb, the Masks Masquerade, le reazioni della gente ai filtri rosa P100. Il senso di questa scelta va spiegato, anche nella sua presenza sulle immagini da milizia americana e addetti al contenimento. Spoiler: sono tra disturbo, invidia, curiosità. Sì, una maschera del genere è overkill a meno di non lavorare in un laboratorio o, peggio, in un macello. Non ho niente da dire sulla seconda ondata se non che è pigrizia intellettuale recuperare schemi del passato se non sugli essenziali. Sono gli schemi inediti che interessano/spaventano, dipende dalla lotteria pandemica e dai bias disinnescati o meno.
Sto riguardando Chernobyl, si è molto ingiusti con i membri dell’apparato sovietico: umani, in un sistema che sta lottando per la propria sopravvivenza e si raccontano storie, quelle sbagliate. C’è anche la questione dello scenario roseo di Taleb, qualcosa della fortuna dell’umanità, una fortuna bellissima e tossica: il nocciolo viene coperto, la sindrome cinese non si realizza, il coronavirus non è il Big One. Il sistema regge, la realtà resiste, gli allarmisti sbagliano, dal peak oil al collasso, ebola e via ancora ma… i supermercati sono pieni. Speriamo che sia il concetto “fortuna” ad essere sbagliato. Come fa dire Cixin Liu a uno dei suoi -pochi- personaggi davvero arguti la fortuna finisce.
Niente da dire sull’attualità tranne che non c’è alcun dramma nell’erigere una statua, la tragedia è non riuscire a buttarla giù, da soli.

Sabato dovremmo finire la revisione de Storie della Grande estinzione per Aguaplano. Alcuni, pochi, microromanzi verranno rimandati agli autori. Devono essere migliorati ma soprattutto accorciati, secondo le specifiche iniziali. Se non tagliate voi, tagliamo noi.
Stiamo facendo i bravi, come Stannis Baratheon dopo la sconfitta del Re oltre la Barriera. Inutile adesso infierire sul romanzo borghese. La Catastrofe sta già colpendo duro. Tutte le storie sono indispensabili, il principio di realtà seleziona quelle degne. Scrivere di un mondo che non esiste dopo lo svelamento svolto dalla pandemia non è un problema che va riaffrontato adesso. Dicono “è la cisterna dell’idrogeno”. È così, anche se, in maniera sempre più tragica, non è quella maledetta cisterna a essere esplosa ma il nocciolo.