Appena nati, alle prime luci dell’alba, corrono. Lo fanno immediatamente. E il loro è un movimento frenetico apparentemente privo di senso.
Riescono a cibarsi catturando briciole che risucchiano insieme a detriti scarsamente commestibili.
Piccoli e veloci, a volte è difficile scorgerli mentre passano. Quando si fermano, è giusto per guardarsi intorno – e riprendere a correre con le loro piccole zampe aderenti al suolo che paiono sfiorare il terreno.
Il loro terrore è il buio.
Infatti pare che non si fermino mai: apposta per non dover osservare la propria ombra, è una cosa più forte di loro. Il buio significa la morte certa e restano quindi alla perenne ricerca di luce.
Evitano accuratamente ogni zona ombreggiata, dove sarebbe loro difficile sopportare l’assenza di luce piena. Passano l’intera giornata correndo e sfrecciando sulla sabbia, apparentemente per evitare quelle creature che si ciberebbero volentieri di loro. Ma in effetti fuggono la propria ombra.
Arriva un momento della giornata in cui la continua ricerca di cibo diventa totalmente secondaria alla propria sopravvivenza al buio. Perché si rendono progressivamente conto dello spostarsi del sole su quelle terre sempre calde – e la frenesia si impadronisce sempre maggiormente dei loro corpi.
Gli spostamenti si fanno più veloci, ma anche più disordinati; privi di una meta definita che non sia quella si sfuggire l’ombra.
A mano a mano che il tramonto progredisce e che l’oscurità si allunga, la ragione si ottenebra, lasciando che sia il panico a dominarli.
La loro corsa si fa sempre più vana, mentre la mente annega nella disperazione: la consapevolezza del tramonto imminente fa sì che il cuore batta sempre più all’impazzata.
Mai nessuno sopravvive al buio.
Col calare della sera, la loro vita si conclude. Il cuore non tollera lo spavento oltre che lo sforzo, e si schianta.
Riescono a svilupparsi, a crescere, riprodursi e nutrirsi solo nell’arco di una giornata. Come scende il buio, il terrore si impadronisce della loro mente facendoli soccombere.
L’indomani il piccolo corpo viene travolto dai nuovi nati che non hanno consapevolezza di chi li precedeva, terrorizzati come sono dalla prospettiva che la luce possa scomparire, angosciati dalla propria ombra che li segue con disperante fedeltà.
Rinaldo Picciotto