Lo scopo di una mappa è duplice: collocarsi nel mondo e perdersi per il mondo. Una mappa senza lacune non è una mappa: la sua funzione è stimolare l’immaginario perché è il vuoto che lo spinge a manifestarsi.
Questa mappa, costruita materialmente in un giorno ma nata da un anno e mezzo di discussioni e reperimenti, va aumentata con i peripli asintotici di chiunque decida di usarla. Come ogni mappa esprime un’ideologia, un’interpretazione, un azzardo; è per questo che può funzionare, perché è un’ipotesi, non una sistemazione.
I punti cardinali sono quattro, ma ovviamente possono essere moltiplicati. Le isole principali sono sei, ma potrebbero essere una Pangea, un atollo, un deserto di dune. La relazione tra le terre e i nomi è arbitraria ma non troppo. Le zone libere si riducono.
Siamo nell’Arcipelago Antropocene ormai da alcuni anni. Le correnti sono forti e incostanti. L’incertezza è massima. La meta, forse, non esiste.
Allora buono studio. Buona navigazione.

L’ha ripubblicato su Downtobaker.
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