SMARRIMENTO, DI RICHARD POWERS
Theodore Byrne è un astrobiologo. Il suo lavoro consiste nella creazione di modelli teorici di pianeti possibili, e di come la vita potrebbe su di essi esistere. Theodore Byrne traccia mappe immaginarie di pianeti che non esistono. Theodore Byrne inventa coordinate plausibili dove prima non c’era niente. La moglie di Theodore muore anzitempo lasciandolo solo con Robin, un bambino affetto da una forma di autismo che lo rende problematico. Le coordinate della vita di Theo vanno in pezzi. Eppure, la sua decisione è contro intuitiva, in quanto rifiuta le terapie farmaceutiche tradizionali. Per comunicare con il figlio, per creare un terreno comune su cui costruire un rapporto, Theo fa quello che sa fare meglio. Inventa le sue coordinate giorno per giorno, ma il lavoro gli riesce così così. Sì, perché la gestione di un bambino autistico non s’improvvisa.
Smarrisci le coordinate. Traccia una nuova mappa. Fallisci.
La svolta arriva con una terapia sperimentale, basata sulla mappa neurale della mamma di Robin, registrata tempo prima per una ricerca. I pensieri, i percorsi di ragionamento, le emozioni della donna sono una traccia che il figlio può seguire riproducendone gli schemi attraverso un macchinario. La mappa, questa volta, funziona. Robin segue il sentiero disegnato dalla madre. Robin migliora. In Robin rivive la madre. Come lei, diventa un attivista per l’ambiente. Sì, perché il mondo in cui vivono Theodore e Robin è quei due minuti nel futuro sufficienti a raccogliere i frutti del collasso. Ecologia al disastro. Pandemia. Una mappa le cui coordinate, gradualmente, si sfaldano. Inizialmente sullo sfondo. Poi, con il miglioramento e la crescita di Robin, più da vicino.
Smarrisci le coordinate. Traccia una nuova mappa. Ripeti.
Robin è determinato. Segue la mappa dei pensieri di sua madre con passo sicuro, fino a che la dimensione privata non gli basta. Vuole che anche il suo attivismo cresca, e guadagni rilevanza pubblica. Attento a quello che desideri, Robin, perché rischia di avverarsi. E si avvera, generando la ripetizione di un modello. La conseguenza delle sue azioni, infatti, riporta padre e figlio sotto gli occhi delle autorità. Solo che questa volta, ad andarci di mezzo, è la terapia sperimentale, i cui risultati potrebbero non essere ancora stabili. Ed è qui che la ripetizione è due volte fatale. Una volta, perché Robin regredisce. Perde tutti i progressi fatti fino a quel momento. Due, perché qui Smarrimento si muove, a livello narrativo, su una vecchia mappa tracciata da qualcun altro. Da Daniel Keyes, per la precisione, con il suo Fiori per Algernon. La storia del topo intelligente è un archetipo, lo sono la sua ascesa e la sua caduta, che si ripetono nell’opera di Powers. Di nuovo, Theo perde le coordinate. E perde Robin. Gli ha mostrato tanti pianeti possibili, tante mappe ipotetiche per vite immaginate, ma non è stato in grado di creare un mondo per lui. Theodore Byrne perde tutto. Ma gli restano le mappe. Le mappe di sua moglie. Le mappe di suo figlio. E la possibilità di evocarne i fantasmi digitali nella sua mente.
Smarrisci le coordinate. Traccia una nuova mappa. Ripeti.
L’ha ripubblicato su Downtobaker.
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