EST REGREDI

La Casa futura del Dio vivente, di Louise Erdrich

Cedar è figlia di una coppia di ricchi liberal di sinistra. Che non sono la famiglia sua famiglia naturale. Mary Potts detta Sweetie, la sua vera madre, è una nativa americana della tribù Ojibwe. Cedar parte alla ricerca di sua madre biologica. Aspetta un bambino, e vuole sincerarsi, percorrendo a ritroso la sua linea di discendenza, che il bambino non rischi una malattia genetica ereditaria. Ci mancherebbe solo quella. Sì, perché sempre più donne stanno partorendo bambini appartenenti a specie antiche, ormai teoricamente scomparse lungo il percorso evolutivo che ha portato all’uomo contemporaneo. Dato di fatto: la specie umana per come la conosciamo si sta estinguendo.

Cedar, figlia di quella fascia di esseri umani che più teme l’estinzione via regressione evolutiva, si ritrova nell’occasione perfetta per prendere contatto con quella parte della sua Storia che con l’estinzione combatte ormai da molto tempo. Sì, perché la possibilità della sparizione non è mica una novità, per i nativi americani.

Naturalmente, perché da queste parti certe dinamiche le diamo quasi per scontate, la regressione dei singoli individui si riflette sulla dimensione collettiva. La società si disgrega in tanti modi diversi. Si frammenta e si coagula. Il governo, lo Stato, tutta la dimensione macro della politica si fa distante, inconsistente, torna preponderante la realtà delle piccole comunità nervose come alveari di vespe, costruite intorno al sospetto, alla sicurezza garantita con le armi e, naturalmente, al fondamentalismo religioso, pescando a piene mani dall’armamentario ideologico, procedurale e retorico del movimento delle milizie. L’America profonda isolata col fucile sempre spianato verso l’orizzonte.

Regredisce la società, si sfalda il tessuto dell’infosfera. Nessuno sa più con certezza cosa succede appena oltre i confini del proprio piccolo mondo fisico e mentale recintato.

Ma anche questo non funziona. La regressione continua e prende velocità con un effetto valanga. Non importa se le donne come Cedar vengono cooptate per essere studiate e impiegate come cavie in un percorso che, nel migliore dei casi, le porta a morire per consunzione. Gli esseri umani non ne vengono a capo. I brandelli di società rimasti in piedi, in attesa di una forma di governo che chissà dove, chissà come, chissà quando, ma soprattutto chissà se, consumano le vite delle donne fertili senza cavare un ragno dal buco, mentre intorno a loro la flora e la fauna tornano quelle che studiavamo sui libri di storia. La vegetazione lussureggiante, le libellule enormi, le galline che sembrano pallide iguane.

Nowhere to hide. Perché è tutto il mondo a regredire. Perché nonostante i grumi di solidarietà che ancora non si sono dissolti nel brodo primordiale, l’uomo non è in grado di proteggersi dall’uomo, e se non è il sospetto è la necessità di sopravvivere il motore che spingerà qualcuno a consegnarti nelle mani di chi cerca di capirci qualcosa, ma non ne viene a capo mai. L’estinzione è anche questo, e non hai modo di non farne parte.

Stefano Tevini

La casa futura del Dio vivente - Louise Erdrich - copertina

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